01/10/2012
Paolo Amalfitano , Stefano Brugnolo , Loretta Innocenti , Luca Pietromarchi , Sergio Zatti
Progetto di Paolo Amalfitano realizzato in collaborazione con:
Università di Napoli L'Orientale,
Università Ca' Foscari Venezia,
Università di Pisa,
Università di Roma Tre
Scheda di presentazione del Progetto
In tutte le letterature occidentali, com'è ben noto, ritroviamo sin dalle più antiche origini la rappresentazione, in modi e forme diverse, della relazione tra vizi e virtù, tra bene e male, tra giustizia e ingiustizia, etc. Queste antitesi morali e assiologiche raramente assumono nei testi letterari – sin dalla tentazione nella Genesi biblica e nei rischi di perdizione dell’Ulisse omerico (le sirene, Nausicaa, Circe) – una configurazione così manichea che separi radicalmente il bene dal male. Essi si presentano piuttosto in differenti formazioni di compromesso che varrebbe la pena di indagare a) in senso diacronico, nonché b) nella loro relazione con la gerarchia degli stili e la divisione storica dei generi letterari.Questa potrebbe apparire un’ipotesi di lavoro troppo ampia e generica, se la si dovesse sviluppare senza un punto cruciale da cui partire. In questo senso ci soccorre l’evidenza di un fenomeno che segna una sorta di turning point di questo tema nella storia letteraria. Mi riferisco all’insorgere e all’affermarsi, a partire probabilmente dalla seconda metà del XVII secolo (ad es. il Satana di Milton), di un ossimoro, il Piacere del Male, che a questo tema ha dato forma in quel periodo e il cui successo è stato, a partire da quel momento, tanto eclatante quanto duraturo, e tale da costituire non solo una svolta, ma un punto di “non ritorno” nelle rappresentazioni della dialettica bene-male fino ad oggi. Quest’ossimoro, ovviamente già presente con altri significati sin dall’epoca pagana, e poi in tutta la tradizione cristiana come segno della debolezza umana o monito delle subdole manifestazioni del peccato, diventerà, nel corso dell’Ottocento, da disvalore progressivamente un valore, un valore “quasi positivo” e “quasi necessario”, che rende il Piacere del Male l’unica forma di piacere possibile. Il Piacere del Male instaura dunque una relazione capovolta tra vizi e virtù rispetto alla tradizione, nella quale all’antitesi sembra sostituirsi una solidarietà indissolubile tra gli opposti, una simbiosi che rivendica la duplicità della natura umana, presenta la perversione come norma riconosciuta e propugna, nel mito decadente della bellezza scissa dalla morale, un ideale, per lo più tragico, che copre forse il ritorno del “vecchio” ed espulso senso di colpa. Spesso le opere di alcuni autori (da Sade a Conrad) sono state analizzate toccando queste questioni ma quasi mai, credo, è stata adottata (mi viene in mente però La carne, la morte e il diavolo di Mario Praz) questa prospettiva per uno studio comparatistico di lungo periodo che tenga dentro anche il Medio Evo e il Rinascimento con uno sguardo ai modelli dell’età classica. A partire da queste premesse vorrei proporre questo tema di ricerca, Il Piacere del Male, particolarmente concentrato nell’arco di tempo tra Sei e Novecento, ma sicuramente da estendere – e, come dicevo, mi sembra anche l’area cronologica meno indagata – da Dante a Milton, con alcune necessarie anzi imprescindibili incursioni nei più rilevanti esempi della letteratura classica. Si tratta, in sintesi, di provare a storicizzare questa particolare formazione di compromesso rappresentata dal Piacere del Male nelle letterature occidentali, con la libertà di muoversi tra tutti i generi letterari e, proprio per questo, con la necessità di fare i conti soprattutto – prima dell’epoca segnata dalla progressiva contaminazione degli stili – con i vincoli che intrecciano i valori morali di un’epoca e le griglie formali dei generi e dei codici letterari.
Paolo Amalfitano
Direttore della ricerca
Gruppi di ricerca sui diversi periodi storico-letterari:
Il '500 e ante, Università di Pisa, coord. Sergio Zatti
Il '600, Università Ca' Foscari Venezia, coord. Loretta Innocenti
Il '700, Università di Napoli L'Orientale, coord. Paolo Amalfitano
L'800, Università Roma Tre, coord. Luca Pietromarchi
Il '900, Università di Pisa, coord. Stefano Brugnolo
Le date dei Seminari sono indicate in agenda
Seduzione e malvagità nella letteratura europea del '600
La libertà del Male. Pensieri perversi e piaceri proibiti nella letteratura del '700
Il secolo di Sade: il piacere del male nella letteratura dell’Ottocento
Fascinazioni diaboliche tra classicità e cristianesimo
Coscienza e incoscienza del male nella letteratura del ‘900
Il Piacere del Male - Coscienza e incoscienza del male nella letteratura del ‘900 - Bibliografia primaria
Il Piacere del Male - Coscienza e incoscienza del male nella letteratura del ‘900 - Bibliografia secondaria
Il Piacere del Male - Fascinazioni diaboliche tra classicità e cristianesimo - Bibliografia primaria
Il Piacere del Male - Fascinazioni diaboliche tra classicità e cristianesimo - Bibliografia secondaria
Il Piacere del Male - Il secolo di Sade: il piacere del male nella letteratura dell’Ottocento - Bibliografia primaria
Il Piacere del Male - Il secolo di Sade: il piacere del male nella letteratura dell’Ottocento - Bibliografia secondaria
Il Piacere del Male nelle letterature del '500 e ante
Il Piacere del Male nelle letterature del '700
Il Piacere del Male nelle letterature del '900
Il Piacere del Male nelle letterature dell'800
Il Piacere del Male. Le rappresentazioni letterarie di un'antinomia morale (1500-2000) 2 voll.
Seduzione e malvagità nella letteratura europea del '600