Figura complessa, che non ha incontrato finora un adeguato approfondimento nell’ambito della ricerca storica, è quella di papa Clemente XIV Ganganelli, al cui nome è legato soprattutto, se non esclusivamente, quell’episodio centrale nelle vicende politiche e religiose settecentesche che fu la soppressione della Compagnia di Gesù. In realtà, la figura di questo pontefice, che resse la Chiesa cattolica dal 1769 al 1774, presenta motivi di ben più ampio interesse, e perciò meritevoli di studio, al di là di questo pur rilevante episodio che l’ha accompagnata a lungo, polemicamente, nel corso dell’Ottocento e del Novecento.
Nella ricorrenza del terzo centenario della nascita di Clemente XIV, l’Associazione Sigismondo Malatesta con il contributo del Comune di Santarcangelo di Romagna, dove Lorenzo Ganganelli ebbe i natali, ha organizzato un colloquio dal titolo L’età di Papa Clemente XIV. Religione, politica, cultura, che si svolgerà nella Rocca Malatestiana di Santarcangelo il 7-8 ottobre 2005, nell’intento appunto di definire una più comprensiva valutazione storica dell’opera di un pontefice che, pur nella brevità del suo pontificato, ebbe un ruolo estremamente significativo nei rapporti del papato e della Chiesa cattolica con le contemporanee realtà politiche e con la cultura illuministica, in una fase, per più aspetti drammatica, del passaggio della società europea dall’Antico Regime alla modernità.
In questa prospettiva il colloquio, attraverso relazioni e discussioni, consentirà l’incontro di numerosi e noti studiosi italiani e stranieri, che analizzeranno gli aspetti politico-religiosi dell’età di Clemente XIV sia in generale (Mario Rosa), sia sotto profili più specifici: dal problema gesuitico (Niccolò Guasti), all’attenzione che il pontefice, proveniente dalla famiglia francescana, riservò agli ordini religiosi (Stefania Nanni), al tentativo di risolvere la ormai più che secolare questione giansenista (Padre Pietro Stella), ai rapporti non facili dello stesso pontefice con la Curia romana (Padre Isidoro Liberato Gatti), alla sua più aperta disponibilità verso il mondo ebraico (Claudio Canonici), mentre i momenti più salienti della politica culturale clementina verranno illustrati da Annalisa Nacinovich, in riferimento alle istituzioni accademiche e letterarie romane, e da Girolamo Imbruglia, riguardo alle condanne che colpirono, durante il pontificato di Ganganelli, la cultura illuministica, in un quadro indubbiamente assai diversificato, che rende problematico un giudizio sull’atteggiamento di papa Ganganelli «alle soglie della modernità», come suona il titolo dell’intervento che il cardinale Achille Silvestrini ha voluto destinare al colloquio.
In questa articolazione di problemi che il colloquio intende affrontare e arricchire di nuovi contenuti è sembrato perciò assai opportuno dedicare l’ultima tornata del colloquio stesso all’analisi di un altro importante versante della cultura dell’età clementina, quello della cultura storico-artistica, che si espresse attraverso una serie di realizzazioni e di manifestazioni significative, come appare dalle costruzioni e dall’uso degli spazi pubblici nella città di Roma (Fabrizio Di Marco), dalla celebrata, e per più aspetti innovativa, fondazione del Museo Clementino (Daniela Gallo), dal mecenatismo del pontefice nei confronti di pittori e scultori (Elisa Debenedetti), e da alcune interessanti iniziative urbane nello Stato della Chiesa che da papa Ganganelli presero il nome (Lorenzo Bartolini Salimbeni).
News del 24/09/2005