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La rappresentazione della guerra fredda nella letteratura e nelle arti (1947-1989)

Rocca Malatestiana, 27-28 settembre 2019 - Santarcangelo di Romagna, Rimini

L’argomento delle due giornate, curate da Francesco de Cristofaro, Carmen Gallo, Teresa Lussone e Andrea Peghinelli sarà La rappresentazione della guerra fredda nella letteratura e nelle arti (1947-1989) (scarica qui il programma e informazioni per raggiungere la sede del Laboratorio).

 

Interverranno: Giulia Bullentini, Mimmo Cangiano, Alessandro Farsetti, Federico Fastelli, Marta Marchetti, Lorenzo Marmo, Pierpaolo Martino, David Matteini, Massimo Palma, Beatrice Seligardi, Sara Sullam, Paolo Trama.

 

La rappresentazione della guerra fredda nella letteratura e nelle arti (1947-1989)
a cura di Francesco de Cristofaro, Carmen Gallo, Teresa Lussone, Andrea Peghinelli
 
 
 
Nel 2019 cadrà il trentennale della caduta del Muro di Berlino e dei fatti di Tienanmen. Per quanto si possano constatare, nella storiografia internazionale, rilevanti discordanze circa la periodizzazione della Guerra Fredda, si tende a convergere nel datarne al 1989 la conclusione.
Il quinto Laboratorio Malatestiano intende appunto indagare le rappresentazioni, nei più diversi linguaggi dell’arte, della Guerra Fredda: tanto quelle dirette, in cui essa assurge a fulcro ideologico, quanto quelle indirette, in cui sembra piuttosto funzionare come sfondo, atmosfera o orizzonte dei “testi” (in senso ampio) considerati. L’ambito delle questioni e degli argomenti coinvolti è molto ampio: la propaganda da una parte e dall’altra (specie in forme iconografiche), le invasioni aliene, gli agenti segreti, le utopie e le distopie, i supereroi, la paura della bomba; e poi tutte le narrazioni successive alla ‘caduta dei muri’ che la raccontano in modo documentaristico o immaginando esiti diversi, offrendone una rappresentazione (vedi «ostalgia») emotiva e di rimpianto per un mondo bipolare.
Il Laboratorio intende costituire il primo tentativo di ricognizione inter artes a tutto tondo sul tema, coprendo in tal modo una grave lacuna scientifica. I relatori e i discussant sono invitati a discutere di letteratura, guardando con particolare attenzione ad alcuni generi e forme (la spy story, la distopia, la fantascienza); di musica, specie rock e cantautorale; di cinema (da un massimo di pertinenza e di tematizzazione, come in alcune narrazioni del Muro, per es. Le vite degli altri e Goodbye Lenin!, a un massimo di allusività e di obliquità, come in pellicole come Il dottor Stranamore; per non dire dei riflessi della Guerra Fredda nelle epopee del West o, più direttamente, nel racconto del Vietnam); di fotografia (sarebbe utile indagare l’esperienza dei reportage ftagnum, ma anche la ricerca documentaristica di ftartin Roemers), di drammaturgia (Heiner ftüller, Arthur ftiller, Caryl Churchill…); senza dimenticare il graphic novel e le serie TV, tra cui meritano una lettura ravvicinata The Americans e Deutschland ’83.
Coerentemente al progetto culturale del Laboratorio, lo sforzo de La rappresentazione della guerra fredda nella letteratura e nelle arti (1947-1989) sarà soprattutto di evitare le secche del contenutismo; piuttosto che offrire una rassegna ragionata delle figurazioni della Guerra Fredda, si mirerà a comprendere come quest’ultima assuma una dimensione “culturale” e condizioni in profondità l’evoluzione delle forme, innervando lo spazio artistico-letterario e producendo modi e stili inediti della rappresentazione.
 


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